Ri il Vecchio e le Mille Anime

Tempo di lettura stimato: 3 minuti

“Una notte d’autunno, due buoni amici erano seduti sulla terrazza dietro alla Taverna Rapa Pigra. Sotto di loro sonnecchiava il tranquillo paese di Mezzocolle. L’aria di mezzanotte era fredda”

Nella locanda di Rapa Pigra a Mezzocolle si può trovare un tomo che racconta una storia. “Una notte d’autunno, due buoni amici erano seduti sulla terrazza dietro alla Taverna Rapa Pigra. Sotto di loro sonnecchiava il tranquillo paese di Mezzocolle. L’aria di mezzanotte era fredda. Una sottile foschia aveva cominciato a ricoprire di rugiada le colline della valle sottostante, e la guglia del Granaio Imperiale si ergeva solitaria come un’ombra oscura contro il luminoso tessuto di stelle sopra le loro teste”. Questo è solo l’inizio naturalmente…

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A un certo punto, il più giovane, Zhi, chiede: “E se niente di tutto questo fosse reale?”. Per poi incalzare: “E se queste fossero solo immagini dipinte da qualcuno?”. Si toccò la faccia, tremante. “E se fossimo solo personaggi di un libro?!?”. Ri il Vecchio, dopo essere scoppiato in una fragorosa risata, prese la pipa dal suo amico Zhi e, avvicinatosi, gli disse: “Dietro gli occhi c’è l’anima delle persone”. Poi continuò: “La loro essenza: i pensieri, i sentimenti, il nucleo emotivo del loro essere. La mia anima mi rende reale, e la tua rende reale te”. E ancora: “Insieme noi condividiamo questo spazio. Mille anime che vivono nello stesso luogo. Un solo luogo! Mezzocolle è reale, tanto quanto io e te siamo reali qui a guardarlo”. Il passo più bello della storia però è quello che viene ora. Ri, infatti a queste parole commenta: “Disegno o no… se le nostre anime devono condividere un luogo, sono felice che sia proprio questo”.

La conclusione della storia è, a questo punto, sognante: “Ri il Vecchio si abbassò di nuovo il cappello sugli occhi e rispose con un borbottio di consenso. Il canto dei grilli unito alla confusione dell’andirivieni del mercato cullò nuovamente i due amici in un silenzio sereno”.

Quello che ho appena riassunto è la versione World of Warcraft (che è un MMORPG, ossia un gioco on-line) di un topos che ha attraversato la letteratura (p.e. Calderón de la Barca, Shakespeare) e la cinematografia (p.e. Nirvana, Matrix). Per chi poi vuole un’intera raccolta di aforismi ecco qui il link. Entrando nel gioco di World of Warcraft, proprio come ho detto, nella locanda di Rapa Pigra, al centro della Valle dei quattro venti, a Pandaria, si trova un libro in cui si parla di due personaggio finzionali, Ri e Zhi, che si interrogano sul proprio statuto ontologico. Vale la pena di leggerlo per esteso, anche se non è molto più lungo di come l’ho riassunto.

Vorrei lasciare a un altro giorno le riflessioni e le analisi, le polemiche e l’impegno, le lotte per il realismo e le sue giuste istanze e, per un momento, solo per un momento, vorrei prendere una pausa. Una meritata pausa in questi giorni più che mai un po’ per tutti di trapasso. Insomma, è il momento giusto per me per dire, assieme a Ri, al mio lettore: “se le nostre anime devono condividere un luogo, sono felice che sia proprio questo”.

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