QdR / Didattica e letteratura 01

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QdR

Didattica e letteratura

Piccola ecologia degli studi letterari Come e perché studiare la letteratura? Jean-Marie Schaeffer

Traduzione di Marina Cavarretta

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QdR / Didattica e letteratura Collana diretta da Natascia Tonelli e Simone Giusti


La collana La didattica della letteratura è una disciplina ancora giovane, che dagli anni Sessanta del secolo scorso ha accompagnato con riflessioni teoriche e proposte pratiche il cambiamento della società contemporanea. Oggi, di fronte agli sconvolgimenti legati alla rivoluzione digitale e alle profonde mutazioni del contesto socio-culturale, si rende necessario stipulare un nuovo patto tra scuola e università, tra insegnamento e ricerca, al fine di individuare metodi e strumenti idonei a valorizzare il ruolo degli studi letterari, della scrittura, della lettura, e dell’interpretazione delle opere letterarie. In un momento in cui si discute la necessità di formare i docenti in servizio e, soprattutto, si sta per avviare una nuova fase nella formazione iniziale dei docenti (TFA), la collana intende colmare un vuoto e divenire un punto di riferimento per coloro che, nel mondo della scuola e dell’università, sono interessati ad approfondire i problemi dell’insegnamento letterario e degli apprendimenti correlati alla fruizione della letteratura.

Comitato scientifico Remo Ceserani (Università di Bologna) Paolo Giovannetti (IULM) Pasquale Guaragnella (Università degli Studi di Bari) Marielle Macé (CRAL Parigi) Francisco Rico (Universitat Autònoma Barcelona) Francesco Stella (Università degli Studi di Siena) I volumi della collana sono sottoposti a un processo di peer rewiew.


Piano editoriale 2014-2015 - Jean-Marie Schaeffer, Piccola ecologia degli studi letterari. Come e perché studiare la letteratura? - Cinzia Ruozzi, Raccontare la scuola. Testi, autori e forme del secondo Novecento - Le competenze dell’italiano. Strategie di insegnamento e di valutazione, a cura di Natascia Tonelli



QdR

Didattica e letteratura

Piccola ecologia degli studi letterari Come e perché studiare la letteratura? Jean-Marie Schaeffer

Traduzione di Marina Cavarretta

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© Loescher Editore - Torino 2014 http://www.loescher.it

Titolo originale dell'opera: Petite écologie des études littéraires. Pourquoi et comment étudier la littérature ? © Thierry Marchaisse, 2011 Published by arrangement with Agence littéraire Astier-Pécher ALL RIGHTS RESERVED I diritti di elaborazione in qualsiasi forma o opera, di memorizzazione anche digitale su supporti di qualsiasi tipo (inclusi magnetici e ottici), di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), i diritti di noleggio, di prestito e di traduzione sono riservati per tutti i paesi. L’acquisto della presente copia dell’opera non implica il trasferimento dei suddetti diritti né li esaurisce. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da: CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano e-mail autorizzazioni@clearedi.org e sito web www.clearedi.org. L’editore, per quanto di propria spettanza, considera rare le opere fuori dal proprio catalogo editoriale. La fotocopia dei soli esemplari esistenti nelle biblioteche di tali opere è consentita, non essendo concorrenziale all’opera. Non possono considerarsi rare le opere di cui esiste, nel catalogo dell’editore, una successiva edizione, le opere presenti in cataloghi di altri editori o le opere antologiche. Nel contratto di cessione è esclusa, per biblioteche, istituti di istruzione, musei ed archivi, la facoltà di cui all’art. 71 - ter legge diritto d’autore. Maggiori informazioni sul nostro sito: http://www.loescher.it Ristampe 6 5 4 3 2 1 N 2019 2018 2017 2016 2015 2014 ISBN 9788820135379

Nonostante la passione e la competenza delle persone coinvolte nella realizzazione di quest’opera, è possibile che in essa siano riscontrabili errori o imprecisioni. Ce ne scusiamo fin d’ora con i lettori e ringraziamo coloro che, contribuendo al miglioramento dell’opera stessa, vorranno segnalarceli al seguente indirizzo: Loescher Editore Via Vittorio Amedeo II, 18 10121 Torino Fax 011 5654200 clienti@loescher.it Loescher Editore opera con sistema qualità certificato CERMET n. 1679-A secondo la norma UNI EN ISO 9001-2008 Direzione della collana: Natascia Tonelli e Simone Giusti Coordinamento editoriale: Alessandra Nesti Realizzazione editoriale e tecnica: Franco Cesati Editore - Firenze Progetto grafico: Fregi e Majuscole - Torino; Leftloft – Milano/New York Copertina: Leftloft – Milano/New York; Visualgrafika - Torino Stampa: Tipografia Gravinese – Corso Vigevano 46, 10155 - Torino


Indice Premessa 9

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Crisi della letteratura o crisi degli studi letterari 11

2. Piccola ecologia delle scienze umane 3.

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I due modelli degli studi letterari 31

4. Descrizione e normatività

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5. Descrizione, comprensione e spiegazione: un approccio filosofico

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6. Intenzionalità e testo

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7.

Per una nuova ecologia culturale: alcune modeste proposte 79

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1. CRISI DELLA LETTERATURA O CRISI DEGLI STUDI LETTERARI

Premessa

Viviamo in un’epoca che ama lamentarsi. Il sottotitolo stesso della mia riflessione potrebbe far pensare che anche io mi stia avventurando su questa strada: fare un necrologio degli studi letterari e del loro oggetto – la letteratura – condannati come sono a periclitare in un mondo che, per come ci viene raccontato, diventa progressivamente più ostile alla cultura e alla letteratura in particolare. Questo genere di lamento in realtà non è solo della nostra epoca: fa parte degli esercizi obbligati dei nostri Studi Umanistici da molti lustri. Tuttavia il fatto che si tratti di una figura ricorrente non la dequalifica in quanto tale. Il ventesimo secolo europeo ha conosciuto almeno due regimi politici, il nazismo e il comunismo, che si sono tradotti in un morbo culturale letale. Ma queste due forme di regime totalitario non hanno niente a che vedere con le attuali società occidentali, e questo dovrebbe immediatamente metterci in guardia quando attribuiamo ad esse gli stessi misfatti. Siamo davvero in grado di riconoscere nelle nostre società il germe di questa malattia? Non credo. I percorsi attuali della cultura umanista non sono più (solamente) quelli dell’educazione classica. Sono venute alla luce altre forme, che meritano lo stesso credito e la stessa attenzione di quelle antiche, senza che una debba per questo escludere l’altra. Non c’è nulla poi a indicare che l’avvenire della letteratura sia minacciato, anche se la posizione relativa che ricopre all’interno della vita culturale non è più la stessa da molte generazioni. Questo si deve al fatto che altri supporti, come il cinema, svolgono ormai una parte delle sue precedenti funzioni sociali. Non si sono tuttavia mai lette tante opere letterarie quanto ai giorni nostri e niente fa pensare che i lettori contemporanei siano meno esigenti e sensibili rispetto ai lettori del passato. Perché allora stiamo prendendo atto di questo stato di crisi? La mia ipotesi è che la presunta crisi della letteratura nasconda una crisi reale, ovvero

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PICCOLA ECOLOGIA DEGLI STUDI LETTERARI

quella della nostra rappresentazione intellettuale della «Letteratura» (vedremo come la parola stessa rappresenti il nucleo del problema). Se davvero di crisi si deve parlare, si tratta di una crisi degli studi letterari. Una triplice crisi a dire il vero, che coinvolge allo stesso tempo la trasmissione dei valori letterari, lo studio cognitivo delle attività letterarie e la formazione degli studenti in letteratura. Sarebbe più corretto dire che si tratta di un nuovo inizio di crisi, poiché gli studi letterari hanno la strana peculiarità di presentare un profilo storico ciclotimico, che ricorda la sindrome maniaco-depressiva: periodi di esaltazione cognitiva immotivata, alternati a periodi di pessimismo scettico altrettanto ingiustificato. Questa costante oscillazione tra i due estremi ci impedisce di misurare gli importanti progressi della conoscenza dei fatti letterari, soprattutto a partire dagli inizi del XIX secolo. Questi progressi non derivano unicamente da un accumulo di nuovi saperi di erudizione (che in sé non sarebbe un male), ma anche da un approfondimento della nostra conoscenza. Possiamo facilmente capire rispetto ai nostri predecessori l’importanza della creatività verbale – e di conseguenza anche quella della letteratura, che non è altro che uno degli aspetti di questa creatività – nella vita degli uomini e delle società. A partire da questa duplice constatazione, e adottando un punto di vista indubbiamente più filosofico che letterario, questa piccola opera si propone un doppio fine: recuperare le radici del carattere storicamente ricorrente della crisi degli studi letterari, ma arrivare anche a dimostrare come il pessimismo cognitivo, al quale sembra tendere questa situazione, non sia assolutamente giustificato. Si tratta evidentemente di due imprese che non possiamo pretendere di esaurire in poche pagine, spero tuttavia di riuscire a far percepire al lettore l’importanza reale del loro valore che va al di là del problema del destino degli studi letterari. Se saremo disposti ad ammettere che quello che s’intende per «Letteratura», al giorno d’oggi, costituisce, sotto diversi aspetti, una realtà importante della vita di tutti gli uomini e di tutte le società umane, allora il destino degli studi letterari assumerà un’enorme importanza per tutto il campo delle scienze umane e sociali; e una migliore comprensione dei fatti letterari non potrà che contribuire alla conoscenza di quello che siamo e di quello che possiamo essere1.

1.

10

Questo testo, tratto da una conferenza del 2005, ha conosciuto molti sviluppi, ma porta con sé le tracce della propria origine sotto la spinta di una sollecitazione esterna. Se esso è più ricco di quanto non fosse in principio, lo si deve a Ioana Vultur, che mi ha fatto rivalutare gli apporti fondamentali dell’ermeneutica filosofica. Devo anche molto a Esteban Buch e a Nathalie Heinich che mi hanno aiutato a chiarire la distinzione tra descrizione e normatività, a Marielle Macé che mi ha aperto gli occhi sullo statuto della lettura come esperienza vera e propria, a Philippe Roussin e a Annick Louis con i quali ho discusso della mia visione degli studi letterari, e a Thierry Marchaisse [editore del volume in Francia, N.d.R.] che ha riletto il manoscritto da filosofo. Posso imputare solo a me stesso la responsabilità degli errori e delle mancanze che rimangono.


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QUESTO VOLUME, SPROVVISTO DI TALLONCINO A FRONTE (O OPPORTUNATAMENTE PUNZONATO O ALTRIMENTI CONTRASSEGNATO), È DA CONSIDERARSI COPIA DI SAGGIO - CAMPIONE GRATUITO, FUORI COMMERCIO (VENDITA E ALTRI ATTI DI DISPOSIZIONE VIETATI: ART. 17, L.D.A.). ESCLUSO DA I.V.A. (DPR 26-10-1972, N.633, ART. 2, 3° COMMA, LETT. D.). ESENTE DA DOCUMENTO DI TRASPORTO.

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QdR / Didattica e letteratura Piccola ecologia degli studi letterari L’attuale crisi degli studi letterari rappresenta innanzitutto una messa in questione della loro legittimità. A cosa servono? In che modo possiamo affrontare il loro futuro? Questi problemi attraversano diversi ambiti che vanno dall’insegnamento secondario fino all’organizzazione della ricerca a livello europeo, passando attraverso le basi del nostro rapporto con il mondo. Per dare delle risposte adeguate, bisogna riportare gli studi letterari nel quadro più ampio delle scienze umane e accettare di intraprendere un approccio filosofico che possa chiarire le esperienze fondamentali della lettura, dell’interpretazione, della descrizione, della comprensione e della spiegazione. Questo saggio breve, ma allo stesso tempo ampio nella sua visione, si conclude con alcune proposte di riforma. Non si rivolge solo ai letterati, ma a tutti coloro che si interrogano sul ruolo degli studi umanistici nella società e sul loro rapporto con le altre scienze. Jean-Marie Schaeffer è direttore di ricerca presso il CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique) e direttore di studi all’EHESS (École des Hautes Études en Sciences Sociales). Filosofo, esperto di estetica e di teoria delle arti, ha pubblicato tra l’altro Qu’est-ce qu’un genre littéraire? Seuil, 1989 (ed. it. Pratiche, 1992), Pourquoi la fiction? Seuil, 1999, Adieu à l’ésthetique (ed. it. Sellerio, 2002), La fin de l’exception humaine, Gallimard, 2007.

ISSN 2385-0914

9 7 7 23 8 5 0 9 10 0 3

€ 10,00

ISBN 978-88-201-3537-9

3537 SCHAEFFER PICCOLA ECOLOGIA DEGLI STUDI LETTERARI

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