Libri belli #1

Tempo di lettura stimato: 8 minuti
Se state vagolando smarriti e famelici per librerie in cerca di libri per le vacanze, con gli altri che già vi aspettano sbuffando in macchina che al casello c’è sempre coda, ma non vi fidate delle maledette bandelle; se avete perso il foglietto su cui vi eravate appuntati il titolo sentito alla radio poco prima della galleria o intraletto con l’occhio rimasto aperto a notte fonda sull’incessante luccicore di twitter; se vi è rimasto giusto uno spazietto rettangolare 17×24 in valigia tra i caricabatterie e le mutande di ricambio; se siete alieni immuni da tsundoku e proprio ieri avete finito l’ultima pagina dell’ultimo libro da leggere sul comodino: non disperate! Eccoci qua, in vostro soccorso. Abbiamo ascoltato il vostro accorato appello silenzioso, e chiesto ai nostri autori titoli di libri da leggere quest’estate, ma buoni per tutte le stagioni. Novità dall’inchiostro ancora fresco, classiconi, saggi, romanzi: ecco i loro consigli, dalla loro voce. La prima parte – perché i nostri autori, ubbidienti, sono anche loquaci, quando si tratta di libri

Marco Guastavigna, insegnante, formatore, esperto di TIC dice: “Mai come ora nel nostro Paese a senso unico c’è bisogno di pensiero divergente. E quindi consiglio di leggere L. Canfora, G. Zagrebelsky, La maschera democratica dell’oligarchia, Laterza, Roma-Bari 2014, e L. Gallino, Il colpo di Stato di banche e governi, Einaudi, Torino 2013”.

Vanessa Roghi, storica del tempo presente e documentarista, consiglia: “Giorgio Fontana,Morte di un uomo felice, Sellerio, Palermo 2014. Milano, 1980: un magistrato indaga su un omicidio di matrice terroristica. Nessun manierismo, nessuna retorica, nessun luogo comune o icona facile degli anni di piombo. Solo un uomo di fronte alla storia che gli è toccato vivere, perché non si sceglie il proprio tempo. Joan Didion, Verso Betlemme. Scritti 1961-1968, Il Saggiatore, Roma 2008. Se rinascessi vorrei essere lei per scrivere dei reportages così belli. Andrea Camilleri, Il birraio di Preston, Sellerio, Palermo 1995. Liberamente tratto dall’Inchiesta sulle condizioni sociali ed economiche della Sicilia del 1875-76, ed. 1968, pp. 730-731: dopo il Prefetto Polidori, un buon Prefetto che aveva fatto marciare la macchina amministrativa, venne Fortuzzi. Si figuri la Commissione, Fortuzzi voleva studiare la Sicilia attraverso le figurine incise nei libri. Se un libro, una storia di Sicilia, non aveva figure, non aveva importanza. Fortuzzi arrivò persino a fare il buttafuori del teatro, ad eccitare gli artisti a cantare, ad onta che un pubblico scelto disapprovava l’opera “Il birraio di Preston”. Voleva imporre anche la musica a noi barbari di questa città. E con il nostro denaro. Eppure “Il Birraio di Preston” ebbe delle vittime: un povero diavolo impiegato postale che disapprovava il “Birraio” fu traslocato e dovette abbandonare il posto perché non aveva che 700 lire all’anno di stipendio e non poteva allontanarsi da Caltanissetta… Se non l’avete letto vi invidio”.

libri6

Marina Boscaino, insegnante, giornalista, cittadina, ammette: “Tra le acquisizioni della maturità ci sono quelle relative proprio alla lettura: posso sopportare di lasciare a metà un libro quando non mi “prende”; mi sono definitivamente svincolata (vivendo in una casa occupata dai libri) dall’idea del possesso dell’oggetto materiale libro. Sto finendo di picchiettare sulla destra del mio reader (mai più senza!) le pagine in digitale di Menzogna e sortilegio, di Elsa Morante (Einaudi, Torino 2005) in questa stentata estate di lettura-rifugio. Bello, utile: gli occhi dei bambini e le tecniche narrative. “Io sono Raskol’nikov”: un motto che l’antica pratica psiocoanalitica ha fatto emergere in me, e che rende Delitto e castigo IL LIBRO della mia vita. I primi due titoli che mi vengono in mente, però: La donna abitata di Gioconda Belli, amore e passione al femminile, per la politica e per un uomo. Cecità di Josè Saramago: viaggio universale nel sonno della ragione in cui – mai come ora, al di là e al di qua del Mediterraneo – siamo sprofondati.

Simone Giusti, perito agrario, italianista, docente, formatore ed esperto di storytelling snocciola: “Un romanzo: I simulacri di Philip Dick nella traduzione di Fabrizio Nati, Fanucci, Roma 2012. Siamo nel 2040 e con la Legge McPhearson negli USEA (Stati Uniti d’America e d’Europa) viene abolita la psicanalisi a vantaggio delle grandi case farmaceutiche. Nel 1964 Dick costruisce, attraverso un complicato intreccio di storie personali, un mondo narrativo in cui realtà e finzione si confondono, popolato da personaggi borderline, sempre in bilico tra la sottomissione alla grande madre-presidente e la fuga su Marte. Un libro di poesie: Il sangue amaro di Valerio Magrelli, Einaudi, Torino 2014. Molti piccoli libri autonomi e tra loro correlati, tanti testi che funzionano come dispositivi per pensare, da leggere e rileggere. Perché “la lettura è crudele, è ostile e solitaria”. Un saggio: Il racconto come dimora di Paolo Jedlowski, Bollati Boringhieri, Torino 2009. Laddove l’autore illustra e argomenta con grande efficacia una tesi semplice e per questo audace: “L’esperienza si compie quando viene narrata”. A partire dal caso del film Heimat di Edgar Reitz, la scrittura incisiva e generosa di Jedlowski affronta argomenti cruciali per chiunque si occupi di scuola: la memoria, il dialogo, la comunità narrativa, la narrativa come dimora”.

libri4

Alessandra Sarchi, storica dell’arte e scrittrice, consiglia: “Claudio, Giunta, Una sterminata domenica. Saggi sul paese che amo, Il Mulino, Bologna 2013: un bellissimo excursus filologico sui costumi e sull’antropologia degli italiani, per capire chi siamo e in che paese viviamo. J. Updike, Sei ricco, Coniglio, Einaudi Stile libero, Torino 2014: comincia con questo volume la ripubblicazione in Italia della saga di Rabbit, il ciclo romanzesco più importante per capire l’America del boom economico. Un’occasione per conoscere lo stile impeccabile, sottile, ironico e pieno di profondità di un grandissimo scrittore.

Gian Paolo Terravecchia, filosofo e insegnante di liceo: “Ecco il mio terzetto: Michel Foucault, Discorso e verità nella Grecia antica, trad. it. di A. Galeotti, Donzelli, Roma 2005: ove si parla di parresia (il parlar chiaro, l’essere franchi) e cura di sé. L’estate è il tempo del prendersi cura di sé e non c’è modo migliore che farlo riflettendo con l’aiuto di un Maestro che sa farsi capire. Per cultori di Foucault (sono le sue lezioni a Berkeley nel 1983) e non solo. Achille C. Varzi, Claudio Calosi, Le tribolazioni del filosofare. Comedia metaphysica ne la quale si tratta de li errori & de le pene de’ l’Inferno, Laterza, Roma-Bari 2014. Per chi ricerca Dante nell’oggi e vuol esplorare i filosofi e i loro vizi (p.e. realisti, irrealisti, scettici, nichilisti, deterministi). 28 Canti e tutte le glosse che servono per riflettere sui peccati altrui e propri, riuscendo a sorriderne. E.-E. Schmitt, Odette Toulemonde, trad. it. A. Bracci, Testasecca, Edizioni e/o, Roma 2007. Racconti brevi e brillanti, che fanno pensare e sanno commuovere. Insuperabile l’ultimo, Il più bel libro del mondo, che fa di questo libro, se non il più bello, almeno un imperdibile”.

Giusi Marchetta, scrittrice, insegnante, lettrice, aka “Ho esagerato? Lo so. Ma sono libri, potrei non fermarmi mai” consiglia: Il figlio di Philippe Meyer, Einaudi, Torino 2014, perché è una saga avvincente, magnificamente scritta che racconta un mondo che progredisce attraverso la barbarie. Splendido. La mammana di Antonella Ossorio, Einaudi, Torino 2014, perché è una storia delicata su una maternità molto particolare. Lucina, la protagonista, è un personaggio per cui si prova solo una sconfinata ammirazione. Arcadia di Lauren Groff, Codice, Torino 2014, perché racconta di un bambino che cresce in una comune hippy degli anni 70 e lo fa con una scrittura che inventa il mondo a ogni pagina. Il ministero della bellezza di Marco Lazzarotto, Indiana editore, Milano 2013, perché è una divertentissima distopia, la satira di un’Italia in cui la callistocrazia al potere rende la vita impossibile a chi non è proprio bellissimo. È un libro profondo e leggerissimo insieme. È il tuo giorno Billy Lynn di Ben Fountain, Minimum fax, Roma 2013, perché racconta l’intervallo di una partita di football che è anche l’intervallo dalla guerra di un giovanissimo soldato spedito in Iraq. È struggente, profondo, commovente. Una riflessione su quello che è umano e cosa non lo è. Arredo casa e poi m’impicco di Massimiliano Virgilio, Rizzoli, Milano 2014, perché racconta in modo cinico e divertentissimo l’inclinazione italiana all’immobile e la vita devastata di un trentenne napoletano che è intellettuale, loquace, snob e deve soccombere alle argomentazioni nave e feroci insieme di una donna delle pulizie napoletanissima e spietata. Stoner di John Williams, Fazi, Roma 2012, a chi scrive. È commovente e non lo dimenticheranno. Niente di Janne Teller, Feltrinelli, Milano 2012, perché è una storia agghiacciante che tiene attaccati alla pagina fino alla fine. Per chi cerca qualcosa di sconvolgente, scritto in maniera superba.
Per la poesia consiglio: Ore diverse di Stephen Dunn, Del Vecchio, Roma 2009, un libro speciale. “Il mio cuore è una città con un terrorista nell’ufficio del sindaco” è un verso che non scorderò mai.
Per i ragazzi consiglio: Mai mordere i vicini, di Paul Van Loon, Salani, Firenze 1996, una divertentissima parodia di un libro horror. Skellig di David Almond, Salani, Firenze 2009, che è delicato e commovente. Un libro su un ragazzino che vive un dolore indiretto, se ne fa carico e impara a superarlo. Sette minuti dopo la mezzanotte, di Patrick Ness, Mondadori, Milano 2014, ma solo per i lettori che hanno voglia di affrontare una storia intensa. Il mostro del libro infatti non è l’incubo vero che il protagonista deve affrontare.
Per i piccoli consiglio: La grande fabbrica delle parole, Terre di Mezzo, Milano 2010, perché è una storia piccola, dolcissima e piena di illustrazioni notevoli.
Come graphic novel consiglio: Unastoria di Gipi, Coconino Press, Bologna 2013, perché sia il contenuto che il modo di disegnarlo ne fa un libro di livello. È suggestivo, avvincente e molto commovente. Forse il migliore di Gipi. Centomila giornate di preghiera, Coconino Press, Bologna 2013, perché è un racconto poetico e molto efficace su un bambino cambogiano che sente la mancanza di suo padre e lo cerca con la paura di trovarlo e scoprire qualcosa di terribile sulla sua storia. Bellissimo”.

つづく (ovvero: continua…)

Condividi:

Contatti

Loescher Editore
Via Vittorio Amedeo II, 18 – 10121 Torino

laricerca@loescher.it
info.laricerca@loescher.it