Nati per leggere

Tempo di lettura stimato: 3 minuti
Alla fine rimangono due pile, ciascuna alta almeno un metro, che il personale dovrà pazientemente risistemare il giorno successivo. Ciascuna raccoglie qualche decina di tradizionali libri di carta, da ricollocare ogni volta sugli scaffali secondo i criteri di collocazione adottati, autore ed età dei destinatari. Ogni sera, cinque giorni alla settimana.

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Particolarmente complicato il lunedì, quando al centro per la promozione della lettura tra 0 e 5 anni oltre ai bambini arrivano anche le mamme, i papà, i nonni e qualche fratello maggiore, già alfabetizzato e un po’ supponente. Negli altri giorni lavorativi sono ospiti del Laboratorio di Villino Caprifoglio di Torino gruppi organizzati, provenienti da nidi e scuole dell’infanzia. A tutti i visitatori viene offerta la possibilità di ascoltare testi letti ad alta voce, ma anche di fare richieste personali (“Vorrei una storia che faccia solo un po’ di paura”) e di giocare con i libri. Condizione per entrare: togliersi le scarpe. Postura da assumere: qualsiasi. E così davanti alle “maestre” lettrici si accomodano gli utenti con maggiore capacità di raccoglimento intellettuale. Nel resto dello spazio, ricchissimo di volumi, ben tenuti e accuratamente selezionati, gli altri fanno ciò che più loro aggrada. Qualcuno sfoglia i libri, qualcun altro li sbatte qua e là o anche soltanto li scuote. Qualcuno guarda a lungo la stessa “figura” e qualcun altro cambia continuamente obiettivo.
Come dappertutto, ci sono gli habitués; è evidente da come si muovono e da ciò che fanno che sono venuti altre volte: qualcuno chiede di rivedere un libro che gli è piaciuto. Ci sono i neofiti assoluti, come le mie nipoti. Che hanno mantenuto il silenzio per quasi un quarto d’ora, affascinate, come anche a casa, dalla voce adulta narrante e che – persa la concentrazione – utilizzano con pervicacia, nonostante i ripetuti tentativi di interposizione di mia figlia, il proprio strumento di conoscenza della realtà materiale più efficace ed usuale: la bocca. Che mettono in atto la pratica di gioco da poco inaugurata per tutta un’altra serie di  oggetti con cui entrano quotidianamente in contatto e che attirano la loro attenzione: si strappano – o meglio, cercano di strapparsi – i libri di mano.

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Per subito buttarli a terra e ricominciare il ciclo che vede nella sottrazione del bene alla rivale e non nell’uso la massima soddisfazione del proprio impulso al possesso. Che capitombolano di continuo dalla posizione seduta. Che si sdraiano con grande soddisfazione sui volumi ad ampia superficie, per raggiungere i quali una delle due utilizza spontaneamente la strategia di movimento appena acquisita: gattonare.
Il mio apprensivo cuore di nonno ansioso sobbalza di continuo: è la loro prima esperienza di socializzazione e l’ambiente intorno è decisamente vivace. Ma intorno a noi agisce una sorta di magia. Nessuno si fa male, nessuno piange, molti ridono; anche la bambina a cui la mamma sta leggendo la storia che fa solo un po’ di paura (e che non sono riuscito a identificare dal punto di vista bibliografico). Le evidenze, insomma, ci sono: siamo nati per leggere. Il prossimo regalo per C. e M. sarà un libretto gonfiabile da bagno. Per l’ebook reader a colori (la loro mamma ne possiede uno in bianco e nero) c’è decisamente tempo.

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Marco Guastavigna

Insegnante nella scuola secondaria di secondo grado e formatore. Tiene traccia della sua attività intellettuale in www.noiosito.it.

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