Edmond Dantès, c’est moi! #0

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Il conte di Montecristo per lettori suscettibili: come vestire i panni di Edmond Dantès e delle sue numerose incarnazioni e farla franca. Istruzioni per l’uso.

Durante le mie passeggiate in pineta, sul lungomare tra Marina di Grosseto e Castiglione della Pescaia, mi capita spesso di varcare le dune e di trovarmi, all’improvviso, l’isola di Montecristo proprio davanti agli occhi, appuntita e tuttavia discreta, quasi sperduta tra l’isola d’Elba e il Giglio.
Ma non è per questo – non solo per questo, almeno – che ogni tanto rileggo Il conte di Montecristo di Dumas. L’ultima volta, per esempio, è capitato dopo aver visto al cinema Django Unchained di Quentin Tarantino. Era il 2012, se non sbaglio. Django è l’ennesima incarnazione di Edmond, il vendicatore. Vi ricordate le parole del dottor King Schultz, interpretato nel film da Christoph Walz? “In realtà – dice a Calvin Candie/DiCaprio poco prima di sparargli – stavo pensando al povero diavolo che avete dato in pasto ai cani oggi, D’Artagnan… E mi stavo chiedendo: Dumas come la prenderebbe?”.

  •  L'isola di Montecristo dalla spiaggia di Castiglione. L’isola di Montecristo dalla spiaggia di Castiglione.
  •  Ancora l'isola di Montecristo dalla spiaggia di Castiglione, visibilissima. Perlomeno secondo l'autore dell'articolo e della fotoAncora Montecristo dalla spiaggia di Castiglione, visibilissima. Perlomeno secondo l’autore dell’articolo e della foto
  •  Alexandre Dumas Alexandre Dumas
  •  Una delle prime edizioni francesi del Conte di Montecristo Una delle prime edizioni francesi del Conte di Montecristo
  •  Django Unchained Django Unchained
  •  Una scena di Django Unchained Una scena di Django Unchained

Il romanzo Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas racconta la storia di Edmond Dantès, un giovane marinaio di Marsiglia che sta per coronare i suoi sogni con la promozione a capitano e con il matrimonio con la fidanzata Mercédès. Poi, all’improvviso, come nei Promessi sposi di Alessandro Manzoni, qualcuno interviene per rovinare il lieto fine e riaprire i giochi della vita. Seguiamo il filo del racconto. Edmond Dantès partecipa al proprio banchetto di fidanzamento quando alcuni soldati lo arrestano, apparentemente senza motivo e, comunque, senza dare spiegazioni, e lo rinchiudono in prigione. Qui – nonostante egli abbia la possibilità di parlare con un giudice che sembra disponibile ad ascoltarlo – è privato del nome, che viene sostituito con il numero 34. Rimane in galera per quattordici anni, durante i quali, grazie alla conoscenza dell’Abate Faria, ha modo di apprendere molte cose e di capire chi è stato a manovrare il destino contro di lui. Riesce a evadere e a entrare in possesso di un tesoro favoloso, in grado di dare un enorme potere a chiunque sia capace di utilizzarlo con accortezza e competenza. Viaggia per sei anni in Oriente, dove apprende l’arte di governare i rapporti umani. Infine, rientrato in Francia e trasferitosi a Parigi, dove si presenta come conte di Montecristo, prendendo il nome dall’isola in cui ha trovato il tesoro, decide di portare a termine il suo piano, che consiste semplicemente nel premiare i suoi benefattori, coloro che hanno aiutato lui e i suoi parenti, e punire coloro che — per invidia o per gelosia — hanno causato le sue disgrazie. È così che, attraverso incontri burrascosi, travestimenti e rivelazioni straordinarie, quest’uomo incredibile riesce a riconquistare il suo nome e a riappropriarsi della sua identità.
È una storia importante, che anche grazie alle numerosissime versioni cinematografiche, teatrali, radiofoniche e televisive si è diffusa in tutto il mondo. Una storia che può essere raccontata in molti modi, che lascia spazio a molte interpretazioni e che apre al lettore la possibilità di “imitare” o di “ricostruire” una grande varietà di azioni e intenzioni umane.

Molti la conoscono e ricordano come la storia di una vendetta. Ma è anche, se non soprattutto, la storia di una frattura che con grande fatica e dopo lunghe traversie viene ricomposta. La frattura, che è rappresentata dall’arresto e dalla successiva prigionia, è causata dall’invidia, dall’avidità, dall’ambizione e dalla debolezza degli uomini. La ricomposizione è invece ottenuta attraverso lo studio delle lingue e dei comportamenti degli uomini e attraverso molti, moltissimi incontri e conversazioni con i suoi amici e i suoi nemici. Durante questi incontri, che lo porteranno a diventare un grande conoscitore della natura umana, Edmond spesso si traveste, incarnando diversi personaggi: Sinbad il marinaio, raffinato e bellissimo marinaio orientale che vive nella sua grotta del tesoro, sull’Isola di Montecristo; l’abate Busoni, saggio e pacato uomo di chiesa, esperto di alchimia; lord Wilmore, ricco finanziere inglese; e poi, naturalmente, il conte di Montecristo, un ricchissimo, raffinato e intelligente nobiluomo francese. che fa innamorare di sé la nobiltà parigina.

Nelle prossime puntate (#1, #2, #3, #4, #5, #6, #7, #8), passo dopo passo, proveremo a metterci nei panni di Edmond e a sperimentare con lui alcune esperienze in cui altrimenti, nella vita di tutti i giorni, sarebbe difficile imbattersi.

[Per approfondire, qui]

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Simone Giusti

ricercatore, insegna didattica della letteratura italiana all’Università di Siena, è autore di ricerche, studi e saggi sulla letteratura italiana, sulla traduzione, sulla lettura e sulla didattica della letteratura, tra cui Insegnare con la letteratura (Zanichelli, 2011), Per una didattica della letteratura (Pensa, 2014), Tradurre le opere, leggere le traduzioni (Loescher, 2018), Didattica della letteratura 2.0 (Carocci, 2015 e 2020), Didattica della letteratura italiana. La storia, la ricerca, le pratiche (Carocci, 2023). Ha fondato la rivista «Per leggere», semestrale di commenti, letture, edizioni e traduzioni. Con Federico Batini organizza il convegno biennale “Le storie siamo noi”, la prima iniziativa italiana dedicata all’orientamento narrativo. Insieme a Natascia Tonelli condirige la collana scientifica QdR / Didattica e letteratura e ha scritto Comunità di pratiche letterarie. Il valore d’uso della letteratura e il suo insegnamento (Loescher, 2021) e il manuale L’onesta brigata. Per una letteratura delle competenze, per il triennio delle secondarie di secondo grado.

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