Presentazione della tesina all’orale: le sette regole d’oro

Tempo di lettura stimato: 3 minuti
La “questione tesina”, come si sa, non è una faccenda che riguarda la sola stesura scritta. L’esposizione orale del lavoro di ricerca e approfondimento svolto dallo studente infatti è il punto nodale: sarà quest’ultima a diventare elemento iniziale, inevitabilmente condizionante, della prova orale all’Esame di Stato.

orale

Nel prepararsi a esporre, per i circa dieci minuti che la commissione concederà, saranno utili le seguenti regole:

1. Struttura il pensiero.
2. Esprimiti bene.
3. Controlla la tempistica.
4. Cura la comunicazione non orale.
5. Non essere banale.
6. Usa il percorso scolastico compiuto.
7. Sii personale.

Vediamole in dettaglio. In primo luogo l’esposizione va strutturata, così che chi ascolta il candidato non si perda in una melassa di idee in libertà: non gliene sarebbe grato. La strutturazione del pensiero è importante, perché mostra che il candidato ha ordine mentale e che sa svolgere un ragionamento complesso, senza perdersi. Il fatto di esprimersi bene non è un optional: è, o dovrebbe essere, l’esito della formazione di base conseguita nel corso degli anni di studio superiore. Vanno perciò evitati i colloquialismi, le frasi fatte e le formulazioni inappropriate, ove il linguaggio comune supplisce maldestramente l’assenza del linguaggio disciplinare specifico. Il tempo dell’esposizione andrà studiato con cura, evitando di finire lunghi, così da essere interrotti dalla commissione proprio quando ci sono ancora cose importanti da dire, oppure di chiudere precocemente, così da dare l’impressione di non avere molto da dire. Saper stare nei tempi è importante, perché mostra capacità di sintesi e al contempo prova che il candidato ha organizzato la presentazione ottimizzando la risorsa tempo. Nella nostra società della parola, si pone spesso troppa attenzione al dire. Non che esso non sia importante, naturalmente, ma in realtà esso è solo uno degli elementi del comunicare. La cura del proprio corpo, un vestiario adatto alla circostanza, l’uso appropriato della voce per volume e tono, un’efficace gestualità e una controllata ed espressiva mimica facciale: sono alcuni degli aspetti che andranno studiati in fase preliminare, possibilmente davanti a uno specchio. Vi sono degli studenti che si serviranno di una presentazione multimediale. Questa andrà preparata meticolosamente, evitando che l’immagine sulla parete prenda tutta la scena, che il testo delle slide sia così massiccio da rendere fastidiosa o, peggio, impossibile la lettura, che le immagini offerte siano inadeguate e che in genere la presentazione sia la prova inconfutabile e ingigantita a parete della sciatteria del candidato. Questi dovrebbe inoltre dare prova di aver svolto un percorso di approfondimento. Perciò presentarsi elargendo banalità è un tradimento del proprio compito. La commissione lo punirà. Il candidato farebbe meglio a mostrare che le discipline che ha studiato gli sono effettivamente risultate utili per scavare su un certo tema. Per questo motivo, un approfondimento che sia calato dal cielo, o più probabilmente dalla prima tesina on-line precotta e capitata a tiro, è da evitarsi. Il fatto invece di agganciare il proprio approfondimento a qualcosa che sia stato effettivamente svolto in classe, in un lavoro personale guidato dai docenti, sarà apprezzato. Infine, uno dei compiti della prova orale è che il candidato presenti il percorso che lui, proprio lui, ha svolto. Ai commissari interesserà conoscerlo, sapere cosa gli anni di studio hanno dato alla sua persona. Ritrarsi nell’impersonale e nell’anonimo può essere una tentazione per gli insicuri, ma va evitata, esercitandosi a parlare in pubblico (magari davanti alla sorellina arruolata all’uopo). L’esame è il momento per giocarsi, per venire fuori con tutto ciò che di meglio si è conseguito in anni di preparazione.
In bocca al lupo!

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Gian Paolo Terravecchia

Cultore della materia in filosofia morale all’Università di Padova, si occupa principalmente di filosofia sociale, filosofia morale, teoria della normatività, fenomenologia e filosofia analitica. È coautore di manuali di filosofia per Loescher editore. Di recente ha pubblicato: “Tesine e percorsi. Metodi e scorciatoie per la scrittura saggistica”, scritto con Enrico Furlan.

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