Maturità 2013: un mare di “tesine”

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Considerazioni su un rituale d’Esame sempre più stanco e ripetitivo

tesine

Da poco sono note le materie d’Esame di Stato 2013 e in questi giorni si stanno già formando le Commissioni Interne. Pertanto, sempre più inquietante, uno spettro si aggira per le scuole italiane: quello delle famigerate “tesine”. Ecco il grido di dolore: “Prof., cosa devo fare?” E qui – davvero – ogni insegnante dice la sua, cercando di diventare esegeta unico e inconfutabile della fumosa e burocratica normativa in merito. Ma cosa dicono, allora, i docenti agli studenti a questo proposito? Ecco dieci tra le affermazioni più diffuse emanate dalle cattedre di tutta la Penisola, proposte qui in elenco di coppie antitetiche:

1) Meglio una tesina con poche materie e un nucleo “forte” da sviluppare.

1bis) Meglio una tesina con tante materie, così sei davvero “interdisciplinare”.

2) Meglio una tesina scritta, così i Commissari la leggono e si fanno già un’idea.

2bis) Meglio una bella “mappa concettuale” e poi, un discorso orale e/o con Power point: meno scrivi, meno sbagli.

3) Meglio stupire la Commissione con effetti multimediali (foto, filmati, musiche…).

3bis) Meglio evitare troppa tecnologia: una volta su due il pc si “imballa” durante l’Esame.

4) Meglio far fare ai ragazzi tutto da soli: evitiamo così – noi professori –  di tarpare la loro fantasia.

4bis) Meglio guidare i ragazzi nel lavoro, suggerendo loro spunti e bibliografia.

5) Meglio trovare argomenti che riguardano i programmi d’Esame: è più comodo ed “economico”.

5bis) Meglio argomenti originali, che non si sovrappongano troppo a quelli di studio.

6) Meglio dare un taglio decisamente umanistico o, viceversa, scientifico, alla tesina.

6bis) Meglio armonizzare, nella tesina, i due diversi ambiti culturali.

7) La parte di letteratura straniera va espressa in lingua originale: la pronuncia è importante!

7bis) La parte di letteratura straniera va espressa in lingua italiana, così tutti capiscono.

8) Mi raccomando, stare nei 10-15 minuti di esposizione: se mai, sarà la Commissione a chiedere chiarimenti.

8bis) La tesina è il “cuore” dell’Esame: facciamola durare il più possibile.

9) Evitare argomenti troppo generici (il sogno, l’io, l’irrazionale, il bello, il brutto…) perché danno un’idea di fumosità.

9bis) Evitare argomenti troppo specifici (il paese d’origine dei nonni, la scoperta della tal stella o del tal pianeta prima sconosciuti…), perché magari nessun Commissario sa di cosa il ragazzo sta parlando e costui ne sarà perciò penalizzato.

10) Non copiare da internet nulla: chi sarà beccato, rischia l’Esame!

10bis) Scaricare la tesina da internet è forse la cosa migliore: tanto i professori, durante l’esposizione, sonnecchiano e pensano già alla pausa caffè.

Penso che nessuna di queste affermazioni sia in sé giusta o sbagliata, ma che tutte denuncino il fatto che la cosiddetta “tesina” sia diventata un rituale un po’ stanco e ripetitivo; era – penso – una buona idea al tempo del Ministro Berlinguer, e io la “provai” anche prima, nell’ambito di innovative quanto datate maxisperimentazioni. Ma oggi la rete abbonda di prodotti precotti, alcuni dei quali neppure fatti così male…

Chi scrive presta penose e pesanti cartelle di libri ai propri studenti, li stressa obbligandoli a informarlo sulle loro scelte, e tempesta di mail i colleghi per chiedere loro spunti utili da suggerire – di comune accordo – ai ragazzi. Una faticaccia, forse inutile, che mi sembra ormai una di quelle incombenze sgradite ma necessarie, come svuotare la lavastoviglie o addirittura – horribile dictu – il cambio dell’armadio!

Ma – mi si chiederà – da dove nasce il senso dell’inutilità? In fondo far leggere libri agli studenti e indirizzare i loro studi è parte non piccola dei nostri obblighi… Risponderò con un aneddoto. Quattro anni fa mia moglie ed io – entrambi insegnanti – fummo Commissari Esterni in due diversi Licei a una ventina di chilometri di distanza. Alla sera, distrutto dal caldo e dalla fatica, le parlo di una tesina davvero bella sentita la mattina, sul Mare. Argomento interessante, belle scelte di testi e autori, raccordi non banali, struttura coesa: “Beh – dico – ogni tanto si impara davvero qualcosa…”. Mia moglie si alza, va verso la sua cartella e tira fuori una “mappa concettuale” sul Mare, identica alla tesina di cui le avevo parlato: anche lei se l’era sciroppata il giorno stesso.  Il voto – entrambi – lo avevamo già assegnato la mattina, e io ricordo di avere pontificato sull’originalità delle scelte del candidato. Avevo detto, temo, un mare di scemenze, mentre nei corridoi qualcuno mi avrà irriso fregandosi le mani, pronto – con le pinne, il fucile, gli occhiali…– a prendere davvero la strada del mare.

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Mauro Reali

Docente di Liceo, Dottore di Ricerca in Storia Antica, è autore di testi Loescher di Letteratura Latina e di Storia. Le sue ricerche scientifiche, realizzate presso l’Università degli Studi di Milano, riguardano l’Epigrafia latina e la Storia romana. È giornalista pubblicista e Direttore responsabile de «La ricerca».

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