Surfing #2: Adgblog

Tempo di lettura stimato: 6 minuti
Il secondo appuntamento della rubrica #surfing, la scuola in rete: vi presentiamo Adgblog, il blog ufficiale dell’Accademia del Giglio.

Interattivo, multimediale e di facile accesso: il blog costituisce uno strumento prezioso per la didattica, soprattutto per quella delle lingue e quindi, in modo più specifico, per quella dell’italiano L2. Lo aveva intuito già nel 2006 l’Accademia del Giglio, scuola di italiano per stranieri attiva a Firenzeda vent’anni. «A un certo punto ci siamo accorti che stavamo producendo del materiale didattico nostro – dice Roberto Balò, direttore editoriale di Adgblog e socio dell’Accademia – così abbiamo deciso di metterlo in condivisione».

In origine, il blog costituiva una risorsa pensata per gli studenti dell’Accademia, ma col tempo ha visto una crescita esponenziale sia in termini di contenuti che di visualizzazioni. Nel 2007, ad appena un anno dalla sua creazione, Adgblog ha ricevuto il Label Europeo delle lingue, e oggi conta più di 3000 articoli e ben 700 visite giornaliere da parte di un vasto pubblico, tra insegnanti e studenti, di tutto il mondo.

Il “nocciolo duro” della redazione è formato dallo staff della scuola: «Molte attività nascono proprio dall’esperienza diretta, dal confronto con gli studenti, – dice Roberto – noi siamo sbilanciati sulla pratica più che sulla didattica, proprio perché abbiamo una scuola». Il blog finisce per costituire, di fatto, anche una banco di prova delle risorse create per l’attività didattica in Accademia. «È nostro interesse testare il materiale, vedere come funziona», dice Roberto.

Oltre ai dati statistici, un riscontro prezioso ècostituito dall’interazione degli utenti con il blog: «gli insegnanti ci contattano soprattutto per mail, – dice Roberto – chiedendo materiali o delucidazioni su quelli già pubblicati. Fa molto piacere quando ringraziano – aggiunge – o quando ci dicono che useranno il materiale nella classe, o alla loro prima lezione». I feedback degli studenti, invece, arrivano per lo più nei commenti: «noi abbiamo adottato questa tecnica: inseriamo gli esercizi senza le soluzioni, al primo che invia un commento con lo svolgimento dell’esercizio, facciamo la correzione pubblica tra i commenti stessi, in modo che chi arriva dopo, abbia le chiavi dell’esercizio». Si tratta di un servizio interessante, ai fini didattici, perché sfrutta l’interattività dello strumento blog per coltivare l’apprendimento cooperativo che, sciogliendo l’ansia da errore, costituisce una competenza fondamentale per imparare le lingue.

Il blog si rivela utile risorsa anche per gli autori che, in esso, possono trovare contenuti sempre nuovi. La novità e la varietà del materiale didattico è fondamentale per chi insegna italiano L2: «cerchiamo di spaziare su tutti i temi possibili immaginabili» conferma Roberto, che da insegnante sa quanto sia importante stupire gli studenti, stimolarli, motivarli.

Basta una rapida navigazione per le pagine del blog per rendersi conto che ce n’è davvero per tutti i gusti. Molte della categorie di Adgblog sono dedicate all’arte. Conservando l’anima artistica dell’Accademia, dove l’italiano si impara anche con scalpelli e pennelli alla mano, molti post sono dedicati a notizie e approfondimenti sul mondo dell’arte, con un particolare focus su Firenze e Toscana. Non mancano, ovviamente, le attività didattiche sul tema: aforismi (L’italiano con le frasi sull’arte) e testi Conservando l’anima artistica dell’Accademia, dove l’italiano si impara anche con scalpelli e pennelli alla mano, molti post sono dedicati a notizie e approfondimenti sul mondo dell’arte.informativi su luoghi di interesse artistico (Una passeggiata al Piazzale Michelangelo) sono ottimi spunti per migliorare le proprie competenze linguistiche, consentendo al contempo lo studio della cultura nazionale. Discorso analogo per la letteratura: una selezione accurata di testi letterari offre materiale per la creazione di attività per ciascun livello linguistico. Da esercizi a impostazione classica si passa a didatizzazioni più complesse, come quella operata sui versi di Grace Paley. Lavorando sul testo in italiano (adatto a un livello B1/B2) gli autori di Adgblog hanno immaginato che il traduttore avesse dei dubbi sui tempi e modi verbali da utilizzare, dubbi che spetta allo studente risolvere, completando la traduzione. «È un modo divertente e immediato di proporre la poesia», commenta Roberto.

Dall’arte e dalla letteratura, le attività di Adgblog passano con estrema disinvoltura a contenuti più pop, che spaziano dalla moda alla cucina, fino alla canzone.
I post di maggiore successo sono proprio questi ultimi, sulla musica leggera. Particolarmente cliccati sono i post che raccolgono tutte le canzoni didattizzate di un anno (Tutto l’italiano con le canzoni 2015). «La canzone fa da aggancio, – e qui Roberto attinge all’esperienza diretta nelle sue classi – in più lavorare in questo modo è divertente».
Come vengono selezionate le canzoni da didattizzare? Roberto ce lo spiega attraverso un aneddoto: «Tempo fa, una lettrice di italiano in Svizzera ci scrisse che avevamo didattizzato una canzone dove c’erano delle parolacce». L’insegnante di italiano da lei affiancata l’aveva usata a lezione, e lei, la lettrice, si era vergognata tantissimo. «Era molto arrabbiata, soprattutto con la sua insegnante, – racconta Roberto – Noi le abbiamo spiegato che non scegliamo le canzoni in base al nostro gusto personale». In quel caso, la rilevanza didattica della canzone incriminata risiedeva nel tema trattato: «Era una canzone su stereotipi italiani molto negativi: il nostro compito, d’altronde, è prendere il materiale che ci serve e piegarlo a quello che si vuole fare», dice Roberto, mostrandosi competente nell’uso didattico delle canzoni. D’altronde, l’Accademia ci lavora fin dagli anni ’90, quando l’insegnamento di italiano L2 era ancora nella sua fase pionieristica: «invece delle tonnellate di esercizi di grammatica che si facevano all’epoca, noi intuimmo subito che le canzoni potevano essere un modo di avvicinare lo studente alla lingua, all’italiano reale», ricorda Roberto.

Invece delle tonnellate di esercizi di grammatica che si facevano all’epoca, noi intuimmo subito che le canzoni potevano essere un modo di avvicinare lo studente alla lingua, all’italiano reale.Da allora, l’insegnamento dell’italiano L2 ha avuto la sua lenta evoluzione verso la sistematizzazione della sua specificità didattica. Ora, ci sono corsi universitari specialistici, qualifiche ad hoc, ma è interessante confrontarsi con chi, come Roberto, ha vissuto quest’evoluzione e ha contribuito a realizzarla semplicemente assecondando il buon vecchio intuito, la voglia di sperimentare e, soprattutto, entrando in relazione con i suoi allievi. Competenze che gli insegnanti e autori di Adgblog non mancano di sistematizzare in riflessioni più teoriche, da diffondere anche in ambito accademico. Come i due articoli scritti per “Bollettino ITALS”, rivista dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, nei quali Roberto Balò e i suoi soci hanno raccontato l’esperienza di Adgblog (L’uso del blog nella didattica dell’italiano, 2007) e dato conto dell’uso didattico delle wiki nelle attività della loro scuola (Gli usi didattici del wiki per l’apprendimento collaborativo dell’italiano L2, 2008).

«Teniamo anche corsi per insegnanti, – aggiunge Roberto – in cui spieghiamo loro come funziona il blog, come preparare il materiale per il web, come usare questo strumento in una classe durante le lezioni».

Quello di Adgblog è senza dubbio un approccio efficace, perché conserva l’attitudine alla sperimentazione pionieristica degli esordi e riesce a sfruttare le potenzialità di un contesto in rapido e continuo cambiamento, contribuendo, di fatto, a mantenere viva l’evoluzione dell’insegnamento dell’italiano come lingua seconda.

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Annachiara Scalera

Facebook Manager per Loescher Editore, blogger di Vitadafemmina.it, giornalista freelance. Dovevo dare senso al mondo. L’ho studiato sui libri. Non è stato sufficiente. Allora, nel mondo ci sono entrata, da segretaria, educatrice, operaia, promoter, bidella, organizzatrice eventi. Ma visto dall’interno, il mondo è ancora più incomprensibile. Allora, ho iniziato a tradurlo, scrivendo. Articoli, post, racconti: parola dopo parola, tutto aveva più senso. Non ho più smesso. È stato così che, a quasi tre decadi di esistenza, mi sono ricordata che da grande avrei fatto questo: scrivere.

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