Sulla filosofia cristiana #2

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Venerdì 15 febbraio si è svolta presso il Convitto Nazionale “Paolo Diacono” di Cividale del Friuli (UD) la disputa tra le classi IV A e IV B del Liceo Scientifico sul tema: ha senso parlare di “filosofia cristiana?”. Il tema, come abbiamo visto la scorsa settimana, è complesso e controverso. Esso vanta radici storiche di grande interesse.

Venerdì 15 febbraio si è svolta presso il Convitto Nazionale “Paolo Diacono” di Cividale del Friuli (UD) la disputa tra le classi IV A e IV B del Liceo Scientifico sul tema: ha senso parlare di “filosofia cristiana?”. Il tema, come abbiamo visto la scorsa settimana, è complesso e controverso. Esso vanta radici storiche di grande interesse. L’ho proposto ai miei allievi nella convinzione che, ad affrontarlo, avrebbero avuto modo di andare al fondo di problemi teoretici, culturali ed esistenziali di spessore.

aquino

Ho formato due squadre composte dagli allievi più bravi e motivati di ciascuna delle mie due quarte. Una squadra argomentava a favore del topico (IV B), una contro (IV A), secondo il protocollo patavino. Ho preparato le squadre spiegando il protocollo, chiarendo ciò che viene valutato dai giudici e discutendo alcuni elementi di teoria dell’argomentazione. Mi sono limitato a fornire notizie di base circa il topico e alcuni suggerimenti di lettura, lasciando agli allievi il compito di scavare e riflettere autonomamente su di esso, per poi formulare le tesi che, come individui e come squadra, decidevano di presentare e difendere. In fase di preparazione finale ho discusso, con ciascuna squadra e i relativi compagni di classe, i punti deboli delle tesi che intendevano presentare durante la disputa. Nell’attività si sono lasciate coinvolgere con grande disponibilità le colleghe di lettere (Paola Parpinel e Maria Cristina Tonchia) e di religione (Francesca Bertuzzi). Riporto di seguito la parte centrale e conclusiva del contenuto del Prologo di ciascuna delle squadre (ho apportato il numero strettamente necessario di ritocchi formali, per esigenze di leggibilità, preferendo conservare la forma spontanea). Chiedo al lettore, certo sulla sola base del frammento che segue, quale squadra egli ritiene che meritasse la vittoria.

Iacobucci Anthea (pro, classe IV B): Nella nostra prima argomentazione, esposta in seguito da Emilia Cristante, dimostriamo come abbia senso parlare di filosofia cristiana in quanto fede e ragione sono strettamente collegate. Questi due termini che sembrano inizialmente discordi, sono in realtà connessi e dipendono l’uno dall’altro. Per sostenerlo abbiamo preso come riferimento l’enciclica Fides et ratio di papa Giovanni Paolo II e le Confessioni di sant’Agostino. Nella nostra seconda argomentazione, che verrà esposta successivamente da Giulia Boccolini, dimostriamo come la filosofia cristiana sia lo strumento di comunicazione dei cristiani con tutte le altre persone, di religioni diverse o atei. Ci sarà un breve accenno all’apologetica cristiana introducendo la figura di Giustino di Nablus e un esempio nel quale abbiamo preso in considerazione un cristiano convinto e lo abbiamo messo nella condizione di dover spiegare a un ateo la veridicità dei propri dogmi. Per fare questo, il cristiano deve ricondursi alla ragione e all’intelletto.
Per concludere, come afferma san Tommaso d’Aquino nella Summa contra gentiles: “Pensiero e ragione si possono conciliare, anzi, la ragione serve agli esseri umani per interrogarsi anche su alcuni enigmi di fede. Lo scopo della fede e della ragione è dunque lo stesso”.

Elena Rucli (contro, classe IV A): Abbiamo sviluppato due tesi. Ma prima di esporle sarebbe bene porsi delle domande quali: che cos’è la fede? E la ragione? La fede è l’adesione religiosa spontanea basata sulla rivelazione divina. La ragione, invece, è la facoltà propria dell’uomo di collegare fra loro concetti e idee secondo nessi logici. Sorge dunque spontanea la domanda: il rapporto tra realtà così diverse può coesistere? Questo è un punto fondamentale su cui vogliamo soffermarci.
Caterina Zucco, nella prima tesi, ci spiegherà come questi due termini, se messi assieme, siano fonte di contraddizione. Nella seconda tesi ci chiediamo, invece: esiste la filosofia cristiana in sé? Se sì, cos’è? Perché se non si riesce a darne una definizione, non ha senso parlarne. La questione fondamentale è se esista un argomento specifico sul quale soffermarsi affinché si possa veramente parlare di filosofia cristiana! Questa seconda tesi verrà sostenuta dal compagno Andrea Sturmigh.
Vorrei concludere con una citazione di Tommaso d’Aquino, tratto dalla Summa Theologiae che a sua volta riprende le Sacre Scritture, che esemplifica al meglio la nostra posizione: “Molte cose ti sono mostrate superiori all’umano sentire”. Questa affermazione sottolinea come la ragione sia misera rispetto al sommo sapere di Dio e per tanto, essendo inconciliabile con esso, necessita di un salto tra fede e ragione.

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Gian Paolo Terravecchia

Cultore della materia in filosofia morale all’Università di Padova, si occupa principalmente di filosofia sociale, filosofia morale, teoria della normatività, fenomenologia e filosofia analitica. È coautore di manuali di filosofia per Loescher editore. Di recente ha pubblicato: “Tesine e percorsi. Metodi e scorciatoie per la scrittura saggistica”, scritto con Enrico Furlan.

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