Riflettere su tecnica e tecnologia – RD 2017

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“Logos e techne. Tecnologia e filosofia” è il tema delle Romanae Disputationes di quest’anno. Si apre con le due lezioni inaugurali di Carlo Sini (il 4 novembre) e di Carmine Di Martino (il 16 novembre). Partecipate?

Ciò che nell’immaginario comune è forse più direttamente associato alla tecnica è la macchina, cioè un oggetto metallico con ingranaggi, molle, ruote e meccanismi vari. Che però la tecnica non si riduca alla meccanica lo si coglie subito, pensando che vi è anche una tecnica medica, che non sempre – e certo non di principio – ha a che fare con meccanismi e ingranaggi, e persino una tecnica retorica e una tecnica culinaria. Di solito la tecnica si contrappone alla natura: vi sono cose fatte dall’uomo con la tecnica e altre che sono naturali.
Tipicamente gli organismi viventi sono natura, e quelli meccanici il frutto della tecnica. Ma che dire allora di un organismo unicellulare creato in laboratorio e magari addirittura brevettato, applicando la tecnica? Lo si può considerare natura, oppure no?
E ancora: per alcuni la tecnica è associata alla brutalità meccanica, allo sfruttamento della natura e al deterioramento della stessa, attraverso meccanismi industriali di produzione e inquinamento e logiche di mercato che moltiplicano e massificano i suoi prodotti artificiali.
Cos’è la tecnica? Quali sono le sue potenzialità? Quali sono i suoi limiti, se ce ne sono? Qual è il rapporto tra tecnica e tecnologia? La tecnica va sempre e comunque perseguita e usata? Va temuta o amata? Perseguita o evitata?Per contro, c’è chi concepisce la natura come l’ambito della purezza, del candore forse irreversibilmente contaminato dalla tecnica: la natura in quest’ottica è l’originario andato perduto cui i cultori del low tech anelano. Ma cosa c’è di brutalmente meccanico in certi gioiellini hi-tech? E perché demonizzare la produzione industriale, quando questa segue alti standard ecologici? E, d’altra parte, siamo poi sicuri che la natura sia poi così pura e meravigliosa? Dopo tutto, Leopardi non aveva almeno qualche buona ragione per chiamarla “matrigna”?
La tecnica si associa solitamente all’utile, ma oggi è tanto diffusa e inevitabile da risultare sempre più spesso ossessiva e capace di consumare voracemente tempo ed energie a chi la utilizza e, sempre più spesso, non può né è capace di affrancarsene.
Insomma, cos’è la tecnica? Quali sono le sue potenzialità? Quali sono i suoi limiti, se ce ne sono? Qual è il rapporto tra tecnica e tecnologia? La tecnica va sempre e comunque perseguita e usata, solo perché attuabile o a disposizione? Altrimenti, quando e con quali criteri vanno posti dei freni? Va temuta o amata? Perseguita o evitata? Ci serve o ci asservisce?

Su queste e altre questioni simili, tenendo conto dei contributi di pensatori importanti come Bacone, Galileo, Cartesio, Husserl, Heidegger e Jonas, si svolgerà il lavoro di quest’anno delle Romanae Disputationes 2017: “Logos e techne. Tecnologia e filosofia” (qui il bando). L’anno verrà aperto da due eventi di rilievo: la lezione di Carlo Sini (il 4 novembre) e quella di Carmine Di Martino (il 16 novembre). La due giorni finale si svolgerà a Roma il 17 e il 18 marzo 2017. Interverranno, tra gli altri, Francesco Profumo, Roberto Mordacci e Costantino Esposito. Pietro Toffoletto svolgerà l’ormai attesissimo laboratorio di filosofia e musica e Adelino Cattani guiderà i seminari Age Contra.

La questione della tecnica, sostiene Berti, non è mero frutto della modernità, ma su di essa i greci hanno riflettuto, lasciando un’eredità importante con cui è utile e anzi importante fare i conti.Tra gli eventi di apertura e quello di chiusura gli studenti avranno modo di lavorare, guidati dai loro docenti, producendo tesine e video. Questi lavori li metteranno in condizione di prepararsi anche per le dispute che si svolgeranno a Roma nelle due tradizionali categorie, junior e senior. Per favorire il lavoro e offrire materiali di supporto, le Romanae Disputationes hanno cominciato a pubblicare una serie di video di docenti universitari che, da angolature diverse, si occupano del tema. È già uscito il video di Enrico Berti che affronta la questione, prendendo le mosse dalla filosofia antica sui cui egli è un esperto di fama internazionale. Egli mostra che la questione della tecnica non è mero frutto della modernità, ma che su di essa i greci hanno riflettuto, lasciando un’eredità importante con cui è utile e anzi importante fare i conti.

Insomma, il tema è ricco di spunti, ed è importante perché consentirà di riflettere sul quotidiano e sulle sfide future di una società sempre più segnata e mossa dal progresso tecnico che ormai detta tempi, ritmi ed esigenze della vita sociale e personale.
Non resta che rimboccarsi le maniche e lasciar guidare il pensiero a quella tecnica del riflettere che è la filosofia.

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Gian Paolo Terravecchia

Cultore della materia in filosofia morale all’Università di Padova, si occupa principalmente di filosofia sociale, filosofia morale, teoria della normatività, fenomenologia e filosofia analitica. È coautore di manuali di filosofia per Loescher editore. Di recente ha pubblicato: “Tesine e percorsi. Metodi e scorciatoie per la scrittura saggistica”, scritto con Enrico Furlan.

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